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2009/09/01

IL REALISMO AMERICANO DI HOPPER IN MOSTRA A MILANO Palazzo Reale da 15 ottobre 2009

FONTE: http://www.arcadja.com/artmagazine/it/2009/09/01/il-realismo-americano-di-hopper-in-mostra-a-milano/

IL REALISMO AMERICANO DI HOPPER IN MOSTRA A MILANO Palazzo Reale da 15 ottobre 2009

Dal 15 ottobre ospiterà la prima importante esposizione italiana dedicata ad , uno tra i più grandi artisti statunitensi del XX secolo. L'opera del padre del Realismo Americano del Novecento giunge dunque a portando con sé quel peculiare universo malinconico, solitario, metafisico e al contempo reale per cui Hopper è conosciuto in tutto il mondo. La pittura di questo maestro ci conduce in un mondo apparentemente asettico in cui l'elemento principale è la solitudine. Spaccati di vita metropolitana e rurale, visti con l'occhio analitico del fotografo e trasmesse su tela con lo spirito del poeta, che sembrano far vivere al pubblico un paradosso visivo: un assordante silenzio di poesia. Un realismo autentico, quindi, frutto di una composizione artistica, sollecitata da spunti di realtà. I suoi sistemi compositivi costruiti attorno agli individui, sono indifferenti al loro pathos. Dipinge persone in quanto materia, immersa nell'ombra e nella luce. Come lui ebbe da dire: "Io non voglio dipingere la gente che gesticola, che esprime emozioni. Quello che voglio è dipingere è la luce su di un lato di una casa". La storia di è indissolubilmente legata al of American Art che ospitò varie mostre dell'artista. Dal 1968, grazie al lascito della vedova Josephine, il museo newyorchese ospita tutta l'eredità dell'artista: oltre 3 mila opere tra dipinti, disegni e incisioni. A cura di Carter Foster, conservatore del , che ha concesso per l'occasione il nucleo più consistente di opere, la rassegna meneghina vanta tuttavia altri importanti prestiti dal di New York, dal , dal di Chicago e dal . Suddivisa in sette sezioni, seguendo un ordine tematico e cronologico, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper, dalla formazione accademica agli anni in cui studiava a , fino al periodo "classico" e più noto degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso espositivo prende in esame tutte le tecniche predilette dall'artista: l'olio, l'acquerello e l'incisione, con particolare attenzione all'affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. Le prime sezioni "Autoritratti", "Formazione e prime opere" e "Hopper a " illustrano i lavori del periodo accademico e quindi le opere eseguite durante il soggiorno francese. Mentre la sala dedicata a "La definizione dell'immagine: Hopper incisore" mette in evidenza la sua tecnica elegante e quel "senso di incredibile potenzialità dell'esperienza quotidiana" che segna l'inizio di una felice carriera. Nella sezione titolata "L'elaborazione di Hopper: dal disegno alla tela", che celebra la straordinaria mano di Hopper, viene presentato, invece, un gruppo significativo di disegni preparatori per il celebre Morning Sun e per il precedente New York Movie. Questa parte di mostra svela quanto il "realismo hopperiano" non sia una semplice riproduzione dal vero, bensì il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni, colte in tempi e luoghi diversi, resa spesso al meglio con un taglio cinematografico. Le sale dedicate a "L'erotismo di Hopper" e "I concetti essenziali: il tempo, lo spazio, la memoria" illustrano al meglio la poetica dell'artista, il suo discreto realismo e soprattutto l'abilità nel rilevare la bellezza nei soggetti più comuni, divenuti delle vere e proprie icone, come testimoniano i celebri capolavori esposti: Cape Cod Sunset, Secon Story Sunlight e A Woman in the Sun. L'evento è arricchito di un importante apparato fotografico, biografico e storico, in cui viene ripercorsa la storia americana dagli anni Venti agli anni Sessanta del secolo scorso: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico. Un'occasione, questa milanese, che permetterà al pubblico italiano di approfondire l'arte di , osservatore di una società americana e trasportatore su tela di atmosfere vuote, silenziose e rarefatte, dove l'inquietudine, la solitudine esistenziale e l'incomunicabilità dell'uomo moderno sono gli unici protagonisti. Dopo , la mostra farà tappa alla (16 febbraio – 13 giugno 2010) e poi al di Losanna (24 giugno – 17 ottobre 2010).

Dal 15 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 Piazza Duomo 12 – 20122 Tel: 02.804062 www.comune.milano.it/palazzoreale/ Orari: Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30; Lunedì dalle 14.30 alle 19.30; Giovedì dalle 9.30 alle 22.30 Biglietti: Intero 9 euro; Ridotto 7,50 euro

[ 1 settembre 2009, Elena Lanzanova ]

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