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2011/06/22

PREMIATA Firenze 25 giugno 2011 h 11:00 Paola Elsa Tagliabue (D.A: Acc.G.I. Il Marzocco di Firenze)

© COPYRIGHT - Le leggi italiane ed internazionali sul Copyright proteggono le immagini fotografiche il testo e la grafica ivi contenute. È proibita la riproduzione totale o parziale, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, senza l'esplicito permesso scritto di Paola Elsa Tagliabue.

Riconoscimento ricevuto:

Titre Honorifique "Acadèmique d'Honneur"

- Stile-Forma-Colore -

Gran Prix International "Francesco Mazzola" detto "Il Parmigianino"

- Premiazione:
Firenze, Sabato 25 giugno 2011 ore 11:00

 

2011/06/07

Svelata l'identità della Gioconda: sarebbe un allievo di Leonardo nato in Brianza | MB News - Notizie

 
 
Svelata l'identità della Gioconda: sarebbe un allievo di Leonardo nato in Brianza    
Scritto da Riccardo Rosa   
Martedì 07 Giugno 2011

Tags: Vimercate e dintorni

Altro che Gioconda, il quadro più famoso del mondo sarebbe in realtà un Giocondo, per di più brianzolo, vale a dire Gian Giacomo Caprotti da Oreno, soprannominato Salaì, diavoletto, che di Leonardo fu allievo e forse anche amante. La tesi è sostenuta da molti studiosi di caratura internazionale che nel corso degli anni hanno corroborato questa ipotesi con diverse prove. Ma quella che potrebbe rivelarsi come decisiva è stata scoperta per caso da Renato Ornaghi, appassionato di storia locale, padre del Cammino di Sant'Agostino, che sullo sfondo della tela ha notato un piccolo diavoletto. Un Salaì, appunto.

Gian Giacomo Caprotti, brianzolo doc di Oreno, a 10 anni entrò nella bottega di Leonardo sistemata in Corte Vecchia a Milano, di fronte al Duomo e accanto all'Arengario, il 22 luglio del 1490. Nel giro di poco divenne uno dei suoi allievi prediletti e sovente venne utilizzato anche come modello. Caprotti era una vera peste, un pierino, e per questo il genio toscano lo ribattezzò Salaì, derivato dall'arabo salah.

Caprotti era molto bello, coi capelli ricci, e oltre a fare da modello, lui stesso si cimentò come pittore dimostrando una certa abilità. Dopo la morte di Leonardo, fra i beni posseduti dal Salaì figuravano quadri denominati la Leda, il San Gerolamo, Sant'Anna, il San Giovanni Battista e, appunto, la Gioconda.

Il dipinto del Salaì più chiacchierato è sicuramente la Monna Vanna o Gioconda nuda, dove è riconoscibile la mano di Leonardo, che dovrebbe aver eseguito personalmente il motivo della spalliera vegetale contro la quale si pone la statuaria figura senza veli. È sicuramente un dipinto ambiguo, per alcuni versi difficile, forse un gioco del Caprotti che si divertì a dipingere una versione androgina della Gioconda, per realizzare la quale secondo molti Leonardo sfruttò la bellezza del Caprotti. La versione tradizionale dice che la Gioconda sarebbe Lisa Gherardini, cioè «Monna» Lisa (un diminutivo di "Madonna" che oggi avrebbe lo stesso significato di "Signora"), moglie di Francesco del Giocondo (quindi la "Gioconda").

Tuttavia, recenti analisi digitali avrebbero fatto scoprire due lettere negli occhi della Monna Lisa: una S, perfettamente coincidente con la grafia del pittore, nell'occhio sinistro del celebre dipinto (destro per chi guarda) e una L nel destro: S per Salaì e L per Leonardo. Ma la prova forse decisiva, trovata da Ornaghi mentre navigava in internet su di un sito di ufologia sta proprio nel dipinto. In alto a sinistra, ben nascosto ma chiaro a vedersi con un minimo di attenzione, ci sta proprio un diavoletto, un Salaì. Come a dire: la donna qui di fianco sono io.

Le foto visibili nel link a piè pagina:
In apertura: Gioconda. Nel cerchietto, all'altezza degli occhi, compare il diavoletto
Sopra nel testo: dettaglio del diavoletto
Sotto a destra: Gioconda nuda realizzata da Gian Giacomo Caprotti
Sotto a sinistra: il Caprotti ritratto nel San Giovanni Battista, una delle ultime tele di Leonardo. E' ravvisabile la forte somiglianza della persona ritratta nella Gioconda.

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